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Casina: ai domiciliari per spaccio, trovato con hascisc e marijuanaArrestato a Reggio Emilia unitamente al fratello nel novembre dell’anno scorso per concorso in detenzione ai fini di spaccio di un etto e mezzo di cocaina, oltre 1 chilo di hascisc e 4 chili di marjuana, lo scorso 15 febbraio aveva ottenuto i domiciliari presso un’abitazione di Casina, con la prescrizione di non comunicare con persone diverse da quelle con lui conviventi e la possibilità di un colloquio settimanale presso l’abitazione con la fidanzata. Lui, un 20enne domiciliato a Casina, non solo ha violato il divieto comunicativo ma addirittura si è fatto recapitare stupefacente.

Nel dei controlli, infatti, i carabinieri di Casina hanno rinvenuto nell’abitazione del 20enne una quarantina di grammi di hascisc e uno di marijuana. L’illecita condotta segnalata alla Procura reggiana, ha visto quest’ultima richiedere ed ottenere dal Tribunale di Reggio Emilia l’ordinanza di aggravamento della misura con la custodia cautelare in carcere. Il provvedimento, giunto ai carabinieri di Casina, è stato quindi eseguito l’altro pomeriggio con i militari che hanno condotto in carcere il 20enne. Il procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguirà per i consueti approfondimenti investigativi al fine di consentire al Giudice di verificare l’eventuale piena responsabilità dell’indagato.

L’origine dei fatti domenica scorsa, quando i Carabinieri di Casina si sono recati presso l’abitazione del 20enne trovandovi la fidanzata, che peraltro era già stata controllata nella stessa circostanza il giorno prima. Una prima violazione delle prescrizioni a cui però se ne aggiunta altra ben più grave. I militari, infatti, avvertendo all’interno dell’abitazione un forte odore di marjuana optavano per dare corso a una perquisizione domiciliare che si concludeva con esito positivo. Nel balcone, infatti, i carabinieri rinvenivano una scatoletta con all’interno una quarantina di grammi di hascisc e uno di marijuana che venivano sequestrati. Quindi la segnalazione di quanto accertato dalla Procura reggiana che, condividendo con l’esito delle attività dei carabinieri, richiedeva ed otteneva l’aggravamento della misura eseguita dai militari di Casina che hanno condotto in carcere il 20enne.