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Dieci anni di parchi Emilia Centrale: la crescita dell’ente in un corposo report con dati e resoconti delle attività svolteÈ costituito da una brochure di 32 pagine dal titolo “Un bilancio per la natura e il territorio” il “rapporto” che dà conto dei primi dieci anni di vita dell’Ente Parchi Emilia Centrale. Si tratta di un report piuttosto corposo e fitto di dati, che esamina nel dettaglio sia le fasi della costituzione dell’Ente nel 2012, che le attività che esso ha svolto fino al 2022.

Come noto, l’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Centrale nasce nel 2012 a seguito della Legge regionale n. 24/2011 che giunge a riorganizzare le Aree protette dell’Emilia-Romagna e viene chiamato ad occuparsi delle Aree protette dei territori provinciali di Modena e di Reggio Emilia.

A introdurre il resoconto è la relazione del presidente uscente Giovanni Battista Pasini, che traccia un bilancio dei suoi due mandati quinquennali, definendo quello dell’Ente “Un grande progetto di tutela e sviluppo”. Viene poi tracciato un profilo delle competenze, gradualmente aumentate negli anni, sia rispetto alle Aree protette regionali (Parchi, Riserve e Paesaggi protetti) che ai siti della Rete Natura 2000 (Zone speciali di conservazione-ZSC e Zone di protezione speciale-ZPS) in gestione. La crescita di competenze va di pari passo sia con il bilancio, gradualmente aumentato di volume, sia con i numeri del personale, con una pianta organica più che raddoppiata in dieci anni. Il rapporto esamina poi la situazione della gestione del patrimonio immobiliare dell’Ente, sia rispetto alle strutture ricettive che a quelle di informazione/accoglienza, quasi tutte affidate in gestione a privati. Così come diverse pagine vengono dedicate al riepilogo schematico dei numerosi interventi di miglioramento svolti sul ricco patrimonio forestale in gestione.

Il cuore del resoconto è rappresentato dalle attività svolte dall’Ente in questi anni, da quelle istituzionali di conservazione della natura (ordinarie e specifiche come i progetti LIFE) alle opere e agli investimenti nei territori delle Aree protette: tutela biodiversità, fruibilità turistica, rete escursionistica, percorsi ciclabili, centri visita, educazione ambientale, ecc. Ci sono poi le attività di competenza, come le funzioni amministrative in materia di fauna minore e di raccolta di funghi epigei e mirtillo spontaneo (con relative attività di controllo e vigilanza), il coordinamento e la gestione delle attività di educazione alla sostenibilità, tutta l’attività autorizzatoria svolta dall’Ente, la promozione e la valorizzazione delle Aree protette, le attività di comunicazione e di informazione, oltre a quelle più specifiche legate all’organizzazione di eventi e all’accoglienza turistica sul territorio.

Non certo ultime, poi, le attività svolte dall’Ente sul fronte della sostenibilità, dall’ambiente alle produzioni tipiche, dallo sviluppo territoriale al turismo, attraverso lo svolgimento di progetti come la Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS), l’introduzione di un proprio Marchio di Qualità e, in particolare, l’ottenimento di certificazioni nell’ambito della gestione ambientale (ISO 14001 ed EMAS), con risultati e riconoscimenti a livello nazionale.

 

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