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Foto di annawaldl da Pixabay

“Non si trovano più i materiali per coibentare le superfici, sono finiti i pannelli fotovoltaici, le batterie di accumulo. Trovare un termotecnico non oberato di lavoro è una missione impossibile, ma soprattutto non si trovano cappottisti, pavimentisti, intonacatori. I tempi di attesa per l’accesso agli atti dei comuni sono molto lunghi… Il rischio che, se non ci sarà una proroga adeguata, il Superbonus 110% si tramuti in un flop è purtroppo concreta. E’ assolutamente indispensabile che questa misura sia prorogata almeno a fine 2023, ma in realtà sarebbe necessario arrivare al 2024 per poter lavorare correttamente ed evitare che troppi progetti restino a metà strada”.

Claudio Boccaletti, presidente Lapam Costruzioni, lancia l’allarme e lo fa con alcuni dirigenti che lavorano nel comparto costruzioni e che vivono una situazione paradossale. Le richieste per il Superbonus aumentano, ma il tempo per effettuare i lavori (il 30 giugno 2022 per arrivare almeno al 60% dei lavori ultimati e comunque non oltre il 31 dicembre 2022) è troppo poco.

“Abbiamo già chiesto una proroga a fine 2023 e per questo chiediamo una mobilitazione ai parlamentari modenesi – sottolinea il presidente Lapam Costruzioni – perché si facciano portatori di questa richiesta in Parlamento. Se la proroga non sarà concessa saranno in pochi a riuscire a completare in tempo gli interventi, con conseguenze molto difficili anche solo da ipotizzare. Nelle schede tecniche del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza inviate dal Governo alle Commissioni parlamentari si apre ad una proroga al 2023, sarebbe già qualcosa ma per rendere il Superbonus effettivamente completo, come detto, sarebbe necessario arrivare al 2024”.

Il presidente Lapam Costruzioni Boccaletti completa il ragionamento: “La difficoltà nel reperire i materiali esiste, è un dato di fatto, anche se non è diffusa in modo uniforme su tutto il territorio. Ma non dimentichiamo che per ora le difficoltà maggiori, come abbiamo già più volte evidenziato, è legata alla fatica nel produrre la documentazione necessaria per mandare avanti le pratiche, in questo senso incidono purtroppo i lunghi tempi di attesa per l’accesso agli atti in vari comuni. A questo, appunto, dobbiamo aggiungere che non di rado, per trovare materiali o personale qualificato, è necessario cambiare fornitori, con le conseguenze legate alla fiducia da creare tra varie imprese coinvolte. In buona sostanza è necessario fare le cose in ordine, non di rado aspettare che si concluda un progetto per avviarne un altro, e quindi il fattore tempo è determinante: pensiamo ai condomini, alle decisioni da prendere insieme dai vari proprietari… è evidente a tutti che l’orizzonte minimo è il 2023, ma che per poter lavorare bene, senza rischiare di affidarsi a persone poco qualificate quando non improvvisate, sia necessario far sì che il Superbonus 110% duri fino al 2024. Altrimenti il rischio è che gli effetti positivi siano molto minori rispetto alle aspettative. Non dimentichiamo – conclude il presidente Lapam Costruzioni – che questo provvedimento ha come primo aspetto la riqualificazione energetica, ovvero il risparmio per i cittadini e una migliore qualità dell’aria grazie all’abbattimento di emissioni. Non c’è in ballo solo il rilancio di un comparto, fondamentale, come quello delle costruzioni, ma una qualità della vita migliore per tutti”.