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Sono stati premiati in questi giorni gli studenti e le studentesse delle scuole superiori di Reggio Emilia e provincia che hanno preso parte alla dodicesima edizione del “Premio per la pace Giuseppe Dossetti” – dedicato al padre costituente, giurista, politico poi sacerdote e monaco reggiano – promosso da Comune di Reggio Emilia, Comune di Cavriago, Provincia di Reggio Emilia e Regione Emilia-Romagna in collaborazione con la Fondazione Pietro Manodori. Il titolo di questa edizione è ‘Restiamo umani’.

 

GLI STUDENTI PREMIATI – A vincere questa edizione del premio – svoltosi a distanza, in rispetto della normativa per il Coronavirus – è stata Sofia Dallai, della II D del liceo scientifico Aldo Moro di Reggio Emilia con la lettera “Riflessioni di una volontaria”, docente referente Anna Sberveglieri. Secondo classificato Amen Allah Brahmi, della V A dell’istituto “Scaruffi-Levi-Tricolore”, con il testo “Buongiorno mondo”, docente referente Marina Elisabetta Santoru. Terza classificata la studentessa Martina Vaccari, della III D del liceo scientifico Aldo Moro, con la lettera “Dalle nuove generazioni”, docente referente Anna Sberveglieri. Menzione speciale a Nicole Filippi e Margherita Russo, della V H del Liceo Gaetano Chierici, con docente referente Ilenia Vivino, per la canzone intitolata “Non sono diverso” e a Vittoria Novia della V G dell’istituto “Scaruffi-Levi-Tricolore” per il testo “Il terrore e i diritti umani”, docenti referenti Paola Montanari e Elisabetta Bertolini.

Non essendo possibile celebrare l’evento di premiazione in presenza, come di consueto, nella Sala del Tricolore, nei giorni scorsi i premi sono stati affidati ai docenti per la consegna agli studenti stessi. In accompagnamento ai premi (buoni spesa per materiali didattico o visite d’istruzione, la pergamena commemorativa e il volume di Fabrizio Mandreoli su Giuseppe Dossetti) gli studenti hanno ricevuto una lettera con alcune riflessioni che i membri della giuria e i rappresentanti degli Enti promotori hanno voluto condividere.

 

HANNO DETTO – Il presidente della giuria, onorevole Pierluigi Castagnetti, ha rivolto queste parole agli studenti vincitori della dodicesima edizione del Premio Dossetti: “Purtroppo la pandemia ci impedisce di celebrare il Premio Dossetti “in presenza”. Ma ci offre l’occasione per ricordare i passaggi fondamentali della nostra Costituzione scritti dai padri fondatori della nostra democrazia e, fra essi e i maggiori, sicuramente Giuseppe Dossetti, rappresentante alla Costituente della nostra comunità reggiana.

Come è noto, proprio Dossetti si distinse per essere riuscito, assieme ad altri, a dare alla Carta il carattere “personalista”. Tutto deve ruotare attorno a questo asse: la persona e i suoi diritti. Al punto che, a decenni di distanza, ci onoriamo di definire Reggio come “città delle persone”.

Potremmo citare i “Principi fondamentali” e – fra essi – gli articoli 2 e 3, ai quali il Nostro mise mano in termini decisivi. Ma citiamo espressamente l’art. 32 alla cui stesura egli partecipò con forza e, in particolare il primo comma (che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”). Sappiamo che lui avrebbe voluto un testo ancora più esplicito nell’indicare questo come “diritto inviolabile della persona” e, dunque, “interesse della nazione” ma, alla fine accettò il testo su cui era già stata raggiunta un’intesa. Testo in cui peraltro c’è tutto: la salute è diritto di tutti senza distinzione alcuna (ex art.3), di tutti, ma proprio tutti quelli che sono sul nostro suolo, il soddisfacimento dei cui diritti rappresenta appunto un vantaggio per tutti.

Pur fra tanti limiti e qualche contorsione burocratico-amministrativa, possiamo vantarci che la nostra democrazia ha affrontato la terribile emergenza del corona-virus, con questo spirito: si curino tutti e tutti gratuitamente.

Dobbiamo essere grati a tutti gli operatori sanitari che con generosità si sono caricati senza risparmio – alcuni anche della vita – per interpretare al meglio tale spirito della Costituzione. E dobbiamo essere vicini a ogni familiare di quanti non ce l’hanno fatta a resistere alla violenza del virus, impoverendo purtroppo non solo le loro famiglie, ma anche la nostra comunità della ricchezza e della bellezza delle loro persone.

Per noi il Premio Dossetti è questo: vigilanza amorevole e severa perché gli obiettivi di pace, di difesa della dignità e della parità dei diritti indicati dalla Carta, non cessino mai di essere perseguiti, nemmeno per un giorno, nemmeno per un’ora.”

“Anche Giuseppe Dossetti è stato un giovane come voi – scrive l’assessore al Welfare Daniele Marchi agli studenti – un giovane di intelligenza rara, potremmo dire, che accanto al talento applicava una disciplina eccezionale, tanto che si è laureato in Giurisprudenza a 21 anni ed è diventato professore universitario a soli 27 anni. Gli interessi e l’azione di Giuseppe Dossetti, da studente, docente, partigiano, padre costituente, deputato ed anche sacerdote e monaco, sono sempre stati la ricerca del rinnovamento etico dell’uomo, il rinnovamento della società in senso comunitario e la pace.

Il giovane Dossetti, infatti, profondamente credente, aderì alla Resistenza con il nome di battaglia Benigno e non imbracciò mai un’arma; nelle fila partigiane lavorò per trovare un punto di coesione tra le diverse anime e la stima nei suoi confronti ha fatto sì che diventasse presidente del CLN-Comitato di Liberazione Nazionale della provincia di Reggio Emilia. Questa ricerca di una sintesi per un bene comune più alto sarà sempre il suo obiettivo, dall’Assemblea costituente alla Commissione dei 75 al parlamento della Repubblica italiana e nelle scelte di vita successive.

La stesura della Carta costituzionale, a cui Dossetti diede un ampio contributo in particolare nella stesura degli articoli fondamentali, fu il primo atto della ricostruzione del paese dopo le decine di milioni di morti, la fame, la povertà e le profonde divisioni tra le persone. Negli articoli fondamentali, il contributo di Dossetti lo si ritrova nei passaggi sul riconoscimento dei diritti dell’individuo da parte dello Stato (che non è una concessione come era stato, ed è tutt’ora, sotto le dittature) ed il riconoscimento delle formazioni sociali, il dovere della solidarietà politica, economica e sociale, l’uguaglianza anche sostanziale, che dà compito allo Stato di rimuovere gli ostacoli per il “pieno sviluppo della persona umana”. Questi principi costituiscono, ancora oggi, l’originalità della nostra Carta e l’architrave su cui poggia l’edificio costituzionale.

Ognuno di noi è chiamato, sulle orme dei padri costituenti – tra i quali c’erano tantissimi giovani – a contribuire, secondo le proprie possibilità, nel far crescere il paese dove siamo nati o viviamo per scelta, lavoro o necessità.”

A queste riflessioni si aggiunge la sindaca del Comune di Cavriago, Francesca Bedogni.

“C’è una ragione per cui continuiamo convintamente a promuovere il Premio Dossetti per le scuole. Perché crediamo che questo sia il tempo del protagonismo dei ragazzi, cittadini di oggi e non di domani e lo credeva lo stesso Dossetti che nel 1993, nel suo “Testimonianza su spiritualità e politica” scriveva: “Ecco, l’unico grido che vorrei far sentire oggi è il grido di chi dice: «Aspettatevi delle sorprese ancora più grosse e più globali, dei rimescolii più totali». Quindi attrezzatevi per questo, oppure convocate delle giovani menti che siano predisposte per questo…» Il momento per voi di lottare per la pace, l’uguaglianza ed i diritti è adesso.”

Le parole del presidente della Provincia di Reggio Emilia Giorgio Zanni: “Anche se, purtroppo, quest’anno non possiamo farlo di persona, desidero complimentarmi davvero con voi per il grande impegno con il quale avete partecipato a questa XII edizione del “Premio per la pace Giuseppe Dossetti” e per l’ottimo lavoro che, insieme ai vostri insegnanti, avete svolto. Proprio in una stagione così complicata, è particolarmente significativo che abbiate dedicato tempo, energie, testa e cuore non solo alle tradizionali materie scolastiche, ma anche a valori e principi universali come la pace e l’uguaglianza, per i quali Giuseppe Dossetti ha speso la propria esistenza. Questo impegno vi fa onore e – ne sono certo – vi renderà cittadini impegnati, in grado di assicurare un domani migliore alla nostra comunità.”

“Condivisione e solidarietà contribuiscono a costruire una pace stabile – ha detto Romano Sassatelli, presidente della Fondazione Manodori – ed è quello per cui lavoriamo nel nostro impegno quotidiano. Conoscere la figura di Don Dossetti e diffonderne il pensiero rappresenta uno stimolo e un incoraggiamento, soprattutto per i giovani, per portare avanti valori di uguaglianza e fraternità, per capire che possiamo andare avanti solo insieme. La Fondazione Manodori interviene costantemente nel sociale e per le nuove generazioni, al fianco di chi ogni giorno opera per migliorare i rapporti tra gli uomini, nelle istituzioni, nella nostra comunità. Un intento che si è rafforzato in questi mesi di particolare difficoltà per il sistema scolastico e per tutta la nostra comunità.”

Paolo Burani, già sindaco di Cavriago e membro della Giuria, scrive: “Sono trascorsi ventiquattro anni dalla morte di don Giuseppe Dossetti. Da quel 15 dicembre 1996 per i dieci anni successivi, vi furono diversi momenti di ricordo, di commemorazione, di riflessione sulla straordinaria vita del monaco reggiano.

Nel 2006, su iniziativa del Comune di Cavriago, che Dossetti considerava il suo paese natale, si volle creare una occasione costante nel tempo, in cui ricordarlo in un aspetto, che è una sorta di filo rosso di tutta la sua vita: la pace, don Dossetti come uomo di pace. Non solo per ricordare la sua profetica testimonianza, ma anche per dare visibilità a quanti nel nostro paese continuano a lottare ed impegnarsi per diffondere una cultura della pace. È così nato il “Premio per la Pace Giuseppe Dossetti”.

Stimolo alle scuole per riflettere e fare memoria della vita di don Dossetti e occasione per fare emergere ed incoraggiare quanti operano quotidianamente perché la pace, intesa non solo come assenza di guerra, ma anche come giustizia sociale, uguaglianza, solidarietà, democrazia sostanziale, sia il presente ed il futuro del mondo.

A proposito poi di memoria, tra poche settimane cadrà il trentesimo anniversario della “Guerra del Golfo” (17 gennaio – 28 febbraio 1991), che vide scontrarsi, da una parte gli USA ed i paesi alleati (tra cui l’Italia) e dall’altra l’Iraq di Saddam Hussein, che aveva occupato il Kuwait. Per me e per la mia generazione (sono nato nel 1969) fu la prima volta in cui sentimmo forte l’angoscia della guerra, i timori di un allargamento del conflitto e in cui vivemmo – in diretta televisiva – i bombardamenti. In quei giorni parlò don Dossetti. Fu una delle poche e delle ultime esternazioni pubbliche che fece su temi politici. Vi riporto le parole profetiche che pronunciò da MonteSole: “Qualunque sia l’esito immediato della contesa in corso, le conseguenze dirette e indirette saranno molto gravi e non facilmente contenibili in un’area delimitata. È l’intero mondo arabo in movimento, da Gibilterra al Pakistan all’Indonesia. Diciamolo: non abbiamo capito i problemi che si agitano nel mondo islamico. Non ne abbiamo compreso le movenze profonde, le istanze, i gridi di chi crede di avere giuste rivendicazioni”.

Sappiamo ciò che è avvenuto nei trent’anni successivi. Non si può che ribadire che l’unico futuro del mondo è la pace. E questo futuro è anche e soprattutto nelle vostre mani.”

Nelle precedenti edizioni del premio hanno partecipato diverse centinaia di associazioni di tutto il territorio nazionale e un centinaio di classi provenienti da tutti gli istituti scolastici secondari di secondo grado del territorio provinciale.