Ora in onda:
_______________



Hanno individuato un appartamento in prossimità del centro di Reggio Emilia e seppur non in loro disponibilità, in quanto abitato da ignare persone, a loro insaputa l’hanno utilizzata come esca negli annunci trappola che pubblicavano su Internet dove dichiaravano l’intenzione di affittare l’appartamento. Una volta ricevuta la caparra, fissata in 1.100 euro, i falsi locatari non davano più notizie, sparendo nel nulla. In questo modo un 42enne del Bangladesh senza fissa dimora, che è risultato intestatario dell’utenza con cui avveniva il contatto con le vittime, e un 57enne di Velletri risultato intestatario della postepay dove sono confluiti i proventi della truffa, hanno raggirato una 29enne abitante a Fabbrico che per motivi di lavoro aveva intenzione a trasferirsi a Reggio Emilia.

Quest’ultima navigando su internet alla ricerca di un appartamento il 3 febbraio scorso si è imbattuta in un annuncio dove veniva messo in affitto un appartamento in prossimità del centro di Reggio Emilia. La donna ha contattato l’utenza, dichiarandosi interessata all’appartamento. L’interlocutore ha fissato un incontro per domenica scorsa con la vittima che, suo malgrado, ha anticipato il truffatore: per bloccare l’appartamento ha versato una caparra a mezzo postepay evolution, fissata in 1.100 euro. Successivamente, via WhatsApp, la vittima ha inviato copia di avvenuto pagamento della caparra ma, oltre a  non ha ricevere alcuna risposta, è stata bloccata. Nell’impossibilità di contattare l’utenza, la donna si è recata personalmente a Reggio Emilia dove ha constatato che l’appartamento in questione era occupato da un’altra ignara famiglia. Concretizzato di essere rimasta vittima di una truffa la 29enne si è rivolta ai carabinieri della stazione di Fabbrico formalizzando la denuncia. I militari reggiani, grazie a mirate indagini anche di natura telematica, sono risaliti agli odierni indagati, ipotizzando peraltro che la truffa alla 29enne di Fabbrico potrebbe non essere l’unica portata a compimento dai due.

Il fenomeno delle truffe di appartamenti fantasma dati in affitto tramite internet, a prezzi convenienti, è in continua crescita. Pertanto, per evitare spiacevoli sorprese, i Carabinieri raccomandano di diffidare: dai prezzi troppo convenienti; da chi ha troppa premura di concludere “perché c’è un altro interessato al periodo”; da chi è troppo propenso a concedere sconti o ridurre troppo l’acconto; da chi si presenta come privato ma ha troppe casa da affittare; da chi non dispone di fotografie degli interni dell’abitazione. Buona norma sarebbe in via prioritaria verificare i contatti dell’annuncio o quelli utilizzati (nominativo, numero di telefono, indirizzo email, iban o numero carta ricaricabile) mediante una semplice ricerca in internet associando il termine “truffa” e indicando le utenze telefoniche, qualcuno potrebbe averlo già scoperto ed averlo recensito negativamente.