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A Modena, Reggio Emilia e Rovigo – in attuazione dell’ordinanza del GIP del Tribunale di Modena Dott.ssa Barbara Malvasi, su attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Modena, Dott. Giuseppe Amara – i Carabinieri del Comando Provinciale di Modena hanno eseguito 4 custodie cautelari in carcere ed 1 arresti domiciliari nei confronti di 5 persone (di cui 4 soggetti nomadi di etnia rom ed 1 marocchino), poiché ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alle ricettazioni ed ai furti aggravati in danno di bancomat, esercizi commerciali, attività industriali ed artigianali nonchè veicoli, operante prevalentemente sui territori delle province di Modena, Reggio Emilia, Bologna e Mantova, con una struttura verticisticamente orientata e con una base operativa individuata in un campo nomadi del comune di Modena.

L’indagine eseguita dalla Compagnia Carabinieri di Modena, convenzionalmente chiamata “Nàrvali” – condotta dal mese di aprile 2020 al mese di novembre 2020 – ha consentito di documentare le responsabilità dei 5 destinatari delle misure cautelari, oltre che di altri 7 indagati non attinti dal provvedimento restrittivo, relativamente a 60 episodi di furti consumati/tentati in danno di bancomat, esercizi commerciali, attività industriali ed artigianali e veicoli, spesso con la cosiddetta “tecnica della spaccata” attraverso l’utilizzo di un veicolo come ariete ed in violazione di qualsivoglia misura restrittiva a cui risultavano già sottoposti, nonché della successiva filiera relativa alla ricettazione dei beni trafugati.

Ad almeno 250.000 euro ammonta il valore della merce asportata (attrezzature edili, materiali metallici, veicoli, denaro contante, computer, tablet, smartphone, televisori, abbigliamento, elettrodomestici vari, materiale elettrico, pneumatici) e dei danni causati alle attività colpite.

L’indagine, condotta mediante prolungati servizi di osservazione, controllo e pedinamento nottetempo nonché penetranti attività tecniche di investigazione rese estremamente difficoltose dall’utilizzo di un linguaggio, da parte della maggior parte degli indagati, particolarmente raro ed ostico da interpretare/tradurre, permetteva di effettuare numerosi sequestri di veicoli di provenienza delittuosa nonché di materiale vario provento dei colpi perpetrati dai sodali, consentendo altresì nel corso delle investigazioni di trarre in arresto tre dei soggetti appartenenti alla citata organizzazione per la commissione di altri tre furti nonché di sventare un ulteriore ardito e pericoloso progetto di assalto ad un bancomat ubicato nella provincia di Modena attraverso l’utilizzo, tra gli altri veicoli, anche di un carroattrezzi trafugato nottetempo finalizzato allo sradicamento dello sportello ATM.

L’astuzia, la ferocia e la spregiudicatezza degli indagati, agevolate da una fitta rete di relazioni criminali, connivenze e parentele insistenti nei campi nomadi disseminati in tutta l’Emilia Romagna nonché nella parte meridionale del Veneto e della Lombardia, era tale da consentire agli stessi di porre in essere una frenetica attività predatoria, con la consumazione anche di 5 – 6 colpi nel corso della stessa nottata in danno di altrettanti obiettivi, nonché una istantanea attività di ricettazione di tutti i beni sottratti, anche di valore superiore ai 25.000 euro per colpo.