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Cade la produzione nell’industria, flettono le costruzioni, per ora tengono però le imprese. E’ la fotografia dell’artigianato che emerge dall’indagine congiunturale di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.

L’artigianato nell’industria.

La congiuntura. Nel terzo trimestre 2020 la produzione ha subito un’ulteriore caduta del 10,3 per cento rispetto al corrispondente trimestre del 2019: prosegue così con l’effetto pandemia, la più ampia e rapida recessione mai rilevata. L’andamento del fatturato valutato a prezzi correnti ha confermato la stessa tendenza negativa (-9,3 per cento). Per il futuro, una nota ulteriormente negativa deriva dall’ampia caduta degli ordini (-10,0 per cento).

Il registro delle imprese. Gli effetti della pandemia non appaiono ancora sulla demografia delle imprese. A fine settembre le imprese attive ammontavano a 27.043, in flessione del 2,0 per cento rispetto alla fine dello stesso mese dello scorso anno, con un calo pari a 558 imprese. Ancora una volta, l’andamento è più lieve a livello nazionale (-1,8 per cento). La tendenza negativa domina tutti i macrosettori considerati dalla congiuntura ed è stata determinata soprattutto dalla riduzione della base imprenditoriale delle industrie della moda (-170 imprese, -3,6 per cento) e di quelle della metallurgia e delle lavorazioni metalliche (-109 unità, -1,6 per cento). Per forma giuridica, l’andamento deriva dalla riduzione delle società di persone (-312 unità, -4,1 per cento) e delle ditte individuali (-341 unità, -2,1 per cento), a fronte dell’aumento sempre più contenuto che in passato delle società di capitale (+2,4 per cento).

L’artigianato delle costruzioni.

La congiuntura. Tra luglio e settembre si è registrato un alleviarsi della recente tendenza negativa, ma gli strascichi estivi della pandemia hanno condotto a una marcata flessione del volume d’affari (-4,0 per cento) rispetto all’analogo periodo del 2019.

L’arretramento è leggermente più ampio rispetto alla flessione del 3,1 per cento registrata dal volume d’affari a prezzi correnti del complesso dell’industria delle costruzioni regionale.

Il registro delle imprese. Anche nelle costruzioni, la pandemia non pare avere ancora influito sulla demografia delle imprese. A fine settembre 2020 la consistenza delle imprese artigiane attive nelle costruzioni è risultata pari a 50.523, vale a dire 150 in meno (-0,3 per cento) rispetto alla fine dello stesso mese del 2019. Si tratta di una riduzione lievemente inferiore a quella riferita al trimestre precedente, ma leggermente peggiore rispetto all’andamento positivo riferito all’artigianato delle costruzioni dell’intero territorio nazionale (+0,3 per cento). La tendenza negativa per la base imprenditoriale è risultata determinata da quella ampia e rapida delle imprese operanti nella costruzione di edifici (-1,9 per cento, -129 unità), mentre, secondo la forma giuridica, è derivata soprattutto dalle ditte individuali (-316 unità), e dalle società di persone (-3,4 per cento), nonostante il sempre meno rapido aumento delle società di capitale (+6,5 per cento).