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Il 2020 è stato un anno d’intenso lavoro per i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia il cui impegno nelle molteplici attività istituzionali si e’ concretizzato attraverso:

  • 985 servizi di perlustrazione, che hanno visto l’impiego complessivo di 43.970 Carabinieri;
  • 059 servizi di Ordine Pubblico, che hanno visto operare 2.332 militari;

Identificate 92.748 persone e controllati 58.043 veicoli, che, nella fase repressiva, hanno prodotto:

  • 235 arresti per vari delitti;
  • la denuncia di 050 persone per molteplici reati;
  • 628 i reati scoperti con l’identificazione dei responsabili (tra cui un omicidio, 19 rapine, 289 furti, 415 truffe e frodi informatiche, 198 reati di spaccio di stupefacenti, 16 estorsioni, 23 violenze sessuali, 4 sfruttamento della pornografia minorile);

 

Intensa anche l’attività finalizzata a garantire la sicurezza nella circolazione sulle strade, con l’intervento in oltre 304 sinistri stradali. In tale ambito, risultano:

  • 63 (84) le persone denunciate all’A.G. (in prevalenza per guida sotto in stato d’ebbrezza e sotto l’influenza di stupefacenti);
  • 338 (2.548) le rilevate infrazioni al codice della strada;
  • 97 (338) le carte di circolazione ritirate per veicoli posti in circolazione senza la prescritta revisione;
  • 105 le patenti ritirate (in prevalenza per guida in stato d’ebbrezza);
  • 224 i veicoli sequestrati o sottoposti fermo amministrativo.

Incessante e rilevante anche l’impegno rivolto a contrastare il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, come documentato dai sottonotati dati di sintesi che rivelano l’ingente incremento di sequestri nel 2020 nonostante le misure restrittive degli spostamenti per contenere i contagi da Covid 19:

L’elemento di conferma nel 2020, documentato dalle indagini antidroga concluse dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, è certamente l’allestimento di capannoni in disuso ubicati nelle aree isolate delle campagne reggiane a vere e proprie fabbriche di marjuana. Altra conferma sul fronte degli stupefacenti e l’approvvigionamento di droghe attraverso “spedizione” via posta o l’acquisto di quelle sintetiche in internet attraverso il deep web ovvero quella parte di internet nascosta ai grandi motori di ricerca nella quale si trova di tutto.

Sul fronte criminalità organizzata nel 2020 è da registrare l’attività congiunta eseguita dalla DIA di Firenze, dai Carabinieri di Reggio Emilia Modena e Crotone Modena, con la collaborazione della Sezione Operativa DIA di Bologna, e sotto il coordinamento e l’impulso della Procura distrettuale di Bologna, che ha visto la confisca di beni, per un valore di 13 milioni di euro, ad esponenti di primo piano della ‘ndrangheta in Emilia Romagna. Il decreto, emanato dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Emilia, su proposta del Direttore della DIA, ha interessato 4 fratelli, tutti originari della provincia di Crotone, Nicolino, Gianluigi e Carmine SARCONE (residenti a Bibbiano (RE) ma attualmente detenuti quali esponenti di vertice del sodalizio ‘ndranghetistico emiliano) e Giuseppe SARCONE GRANDE (residente a Reggio Emilia), ed ha disposto, inoltre, nei loro confronti la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, per un periodo di cinque anni. I beni sottoposti a confisca, ubicati nelle province di Reggio Emilia, Modena, Parma, Perugia e Crotone, sono costituiti da oltre 40 immobili (terreni e fabbricati), numerosi autoveicoli, intestati a persone fisiche e giuridiche, consistenti disponibilità finanziarie, quote societarie e compendi aziendali, nonché imprese estere e conti bancari ubicati in Bulgaria e Romania, per i quali è stato attivato il collaterale canale di cooperazione giudiziaria in materia penale. Il provvedimento si inserisce nell’ambito delle plurime iniziative di impulso dello strumentario delle misure di prevenzione patrimoniali attivate da tempo dalla Procura distrettuale di Bologna, insieme alle diverse forze di polizia, anche attraverso lo strumento della “richiesta congiunta”.

Importante anche l’attività di monitoraggio e i contributi informativi forniti alla Prefettura di Reggio Emilia dal Nucleo Informativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia nel monitoraggio sistematico delle realtà commerciali e imprenditoriali ritenute di potenziale interesse, che ha portato nel corso dell’anno all’emissione, grazie all’impegno profuso in seno al Gruppo Interforze Provinciale, costituito presso la locale Prefettura, una dozzina di provvedimenti interdittivi

Dall’inizio dell’anno, al 112 del Comando Provinciale di Reggio Emilia sono pervenute oltre 160.000 richieste telefoniche, circa 450 al giorno. Di queste, 2.122 (circa 6 al giorno) per liti tra le mura domestiche (cosiddette liti in famiglia), in strada e tra vicini.

Un fenomeno in costante crescita quello delle litigiosità e delle violenze nelle mura domestiche, maggiormente accentuato nel periodo del lockdown, che nel corso del 2020 ha visto i Carabinieri operare numerosi arresti e denunce grazie anche al maggior coraggio avuti dalle stesse vittime che hanno trovato la forza di denunciare in virtu’ delle recenti disposizioni emanate a loro favore dalle disposizioni di legge del Codice Rosso. In particolare:

  • 94 persone arrestate e denunciate per atti persecutori e maltrattamenti in famiglia;
  • 255 persone denunciate per lesioni personali;
  • 54 denunciate per percosse;
  • 234 persone denunciate per minacce.

Relativamente al fenomeno del bullismo una ventina sono stati i minori segnalati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna tra cui uno tratto in arresto. Le condotte vessatorie dei bulli nel caso in specie si sono concretizzate in attività delittuose concernenti minacce, lesioni personali, rapine e nel caso del minore tratto in arresto estorsione continuata ai danni di 11 minori taglieggiati per il timore di subire violenze fisiche.

 

DELITTUOSITA’

Di seguito, in estrema sintesi ed in ordine cronologico, i principali fatti delittuosi del 2018 che hanno visto l’intervento risolutivo dei comandi dell’Arma della provincia reggiana:

  • Il 13 gennaio 2020 la Procura della Repubblica di Reggio Emilia ha formalmente concluso le attività di indagine nell’ambito del procedimento penale nr. 5226/18 RGNR, convenzionalmente denominato “Angeli e Demoni”. L’avviso di conclusione ex 415 bis c.p.p., emesso a firma del sostituto Procuratore Dott.ssa Valentina SALVI, è stato notificato a tutti i 26 indagati a cura del Nucleo Investigativo Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia che ha eseguito le indagini. Rispetto ai 102 capi inizialmente contestati, si è proceduto all’avviso di conclusione indagini in ordine a 116 imputazioni, a vario titolo contestate agli indagati in ordine ai reati di cui agli artt. 314/2° comma (peculato d’uso), 323 (abuso d’ufficio), 336 (violenza o minaccia a un pubblico ufficiale), 373 (falsa perizia anche attraverso l’altrui inganno ex art. 48 c.p.), 374 (frode processuale), 375 (depistaggio o frode in processo penale), 379 bis (rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale), 479 (falso ideologico in atto pubblico anche attraverso l’altrui inganno ex art. 48), 572 (maltrattamenti in famiglia), 582-583 (lesioni dolose gravissime), 610 (violenza privata), 56-629 (tentata estorsione), 640 bis (truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche) c.p.
  • Il 7 marzo 2020 i Carabinieri della Stazione di Novellara, in relazione al decesso di una 39enne per overdose a seguito dell’assunzione di una dose di eroina, avvenuto il 24 ottobre 2019 hanno arrestato un cittadino pakistano domiciliato a Novellara ritenuto essere colui che ha ceduto la dose letale alla donna. Al riguardo infatti il GIP del Tribunale di Reggio Emilia accogliendo le richieste della Procura reggiana, concorde con gli esiti investigativi dei carabinieri di Novellara, ha emesso a carico del pakistano un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che è stata eseguita dai militari novellaresi che con le accuse di spaccio di stupefacenti e morte come conseguenza di altro delitto hanno condotto in carcere il 37enne pakistano.
  • Il 13 maggio 2020 grazie alle indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia veniva risolto l’efferato omicidio della 60enne Franca Silvana GANASSI, brutalmente assassinata la notte tra il 30 e il 31 dicembre del 2005.Il responsabile risultato essere il 44enne Mustapha BOUZENDAR domiciliato a Casablanca grazie alla rogatoria internazionale, avanzata dalla Dottoressa Maria Rita Pantani, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, veniva quindi arrestato e ristretto nel carcere di Casablanca con l’accusa di omicidio volontario, tentata violenza sessuale e rapina aggravata, in attesa di essere processato.
  • Il 29 maggio 2020 i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Reggio Emilia, congiuntamente ai colleghi di Rubiera, dopo una ininterrotta attività d’indagine e di ricerca svolta in piena sinergia con i carabinieri della compagnia di Caprino Veronese, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto e ristretto nel carcere di Reggio Emilia, a disposizione della competente Procura, un 40enne marocchino con le accuse di lesioni personali aggravate e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Un fermo, quello del 40enne, reso possibile dall’eccezionale connubio Al culmine di una violenta lite si è armato di un coltello attingendo al volto ed al capo l’ex compagna, una 52enne veronese, per poi dileguarsi. Una fuga durata poche ore quella di un 40enne marocchino residente in provincia di Verona che al culmine di una lite avvenuta nel veronese ha sfregiato con un coltello il viso dell’ex compagna.
  • L’11 giugno 2020, nell’ambito della provincia di Reggio Emilia, i carabinieri della Compagnia di Castelnovo ne’ Monti (RE), coadiuvati da militari del 5° Reggimento “Emilia Romagna” di Bologna in servizio S.A.T. (Supporto Arma Territoriale) e unità Cinofile del Comando Provinciale CC felsineo, hanno portato a termine l’operazione denominata “Fast Car”, nei confronti di 17 persone appartenenti ad un gruppo stabilmente dedito alla commissione di reati concernenti lo spaccio ed il traffico di sostanze stupefacenti ( 73 c.1 D.P.R. n. 309/90) continuati in concorso nonché di detenzione illegale di armi da fuoco (artt. 2 e 7 L. n. 895/67). Le investigazioni hanno permesso agli operanti, in corso d’opera, di procedere all’arresto in flagranza reato o su ordine di cattura di ulteriori 6 persone a riscontro dell’attività d’indagine intrapresa, nonché al sequestro di oltre 150 gr. di sostanza del tipo “cocaina”. Il canale di rifornimento era quella campano e lo stupefacente immesso sul mercato reggiano era proveniente dal quartiere Scampia di Napoli. Il giro di affari stimato era di circa 10.000 Euro al giorno. Tutti gli arrestati e gli indagati sono di area campana e calabrese, ma non mancano anche reggiani, due albanesi e un marocchino.
  • Il 4 agosto 2020 i carabinieri delle Stazioni di Correggio hanno arrestato un 20enne residente nella bassa reggiana con l’accusa di violenza sessuale. I militari hanno infatti dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari emessa dal Tribunale di reggio Emilia su richiesta della Procura reggiana concorde con gli esiti investigativi dei carabinieri correggesi. L’indagato, unitosi al tavolo dove era seduta la coetanea che si trovava in compagnia di altri suoi amici ed amiche, si offriva di accompagnarla a piedi sotto casa per poi durante il tragitto tentare con violenza di raggiungere i suoi intenti delittuosi a sfondo sessuale (afferrava per il collo a ragazza spingendola contro il muro e toccandole le parti intime tentando di baciarla) non riuscendoci per la reazione della vittima. In particolare in un passaggio pedonale approfittando del buio riprendeva il suo approccio fisico tentando di persuadere la ragazza ad avere un rapporto sessuale e dopo essersi denudato la bloccava strofinandosi sul suo corpo ma non riuscendo ad andare oltre sempre grazie alla ferma reazione della ragazza che arrivata a casa per paura, essendo stata più volte intimidita affinché non raccontasse nulla, inizialmente è rimasta in silenzio sino a quando, confidato l’accaduto a un amico, riusciva a trovare il coraggio di rivolgersi ai carabinieri. Raccolta la denuncia e avviato le indagini i carabinieri acquisivano i dovuti riscontri alla base del provvedimento d’arresto.
  • Il 7 agosto 2020 i Carabinieri della Tenenza di Scandiano hanno arrestato un 25enne teramano accusato dei reati di pedopornografia, adescamento di minori e detenzione di materiale pedopornografico, Secondo quanto accertato l’uomo ha istigato e indotto con minacce del tipo “ti ammazzo la famiglia” due minori reggiane a realizzare e inviargli via internet filmati e fotografie ritraenti le stesse in pose intime e a sfondo sessuale che poi divulgava a terze persone per il tramite del social Telegram. Un’illecita condotta probabilmente non limitata alle solo due minori reggiane giacché come emerso dalle indagini nel suo smartphone e sulla scheda SD inserita è stato rinvenuto ingente materiale pedopornografico ritraente ragazze minori in pose intime e atteggiamenti a sfondo sessuale (alcune centinaia di foto e una ventina di video). Plurimi adescamenti di minorenni che l’uomo poi minacciava ottenendo materiale a contenuto pedopornografico. Le risultanze dei sensibili e meticolosi accertamenti e riscontri svolti dai Carabinieri della Tenenza di Scandiano, supportati da indagini tecniche di natura telematica, sono state condivise dalla Procura della Repubblica di Bologna, Autorità Giudiziaria competente in ordine ai reati di natura sessuale commessi in danno di minorenni, hanno visto quest’ultima richiedere al Tribunale – Ufficio GIP di Bologna – un provvedimento restrittivo di natura cautelare in regime di arresti domiciliari con il divieto assoluto di utilizzo di qualsiasi strumentazione idonea ad accedere in Internet.
  • Il 12 agosto 2020 i Carabinieri della Stazione di Quattro Castella hanno arrestato due fratelli torinesi ritenuti responsabili di rapine e furti in abitazioni ai danni di anziani. I due sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che la Procura reggiana, concordando con le risultanze investigative dei carabinieri, ha richiesto e ottenuto dal Tribunale di Reggio Emilia. Secondo quanto accertato dai carabinieri i due indagati ingannavano gli anziani presentandosi alla porta con falsi distintivi di forze di polizia o di società erogatrici di servizi. Parlantina sciolta, convincente quanto basta, con la scusa dell’acqua contaminata o di perdite di gas, riuscivano ad accedere nelle case delle vittime. “Metta danaro e oro nel frigorifero per evitare contaminazioni”. Quando la vittima vi provvedeva veniva stordita con gas al peperoncino per poi essere derubata di tutti i risparmi e talvolta dei ricordi di una vita come, nel caso di un anziano reggiano, privato della fede nuziale della defunta moglie, recuperata dai carabinieri. Nel corso delle attività i militari hanno recuperato refurtiva per un valore di oltre 50.000 euro provento dei colpi sequestrando l’autovettura usata per i colpi, un’Audi A3 munita di targhe clonate, guanti, svariati attrezzi da scasso per aprire casseforti, pettorine recanti la scritta polizia locale, disturbatori di frequenze per cellulari onde impedire agli anziani di chiedere aiuto e un apparato radio sintonizzato sulle frequenze di polizia e carabinieri, una paletta della protezione civile e vari spray al peperoncino utilizzati per stordire le vittime
  • Il 18 ottobre 2020 i carabinieri della Stazione di Quattro Castella in un bosco nei pressi del rinomato Belvedere della frazione Bergonzano di Quattro Castella hanno proceduto al sequestro di un trolley nascosto tra la vegetazione al cui interno vi erano occultati 23 panetti di hascisc singolarmente confezionati sottovuoto per un peso complessivo di oltre 22 chilogrammi. Un’ingente partita di droga che avrebbe potuto realizzare 22.000 dosi per un valore di oltre 150.000 euro è stata quindi sottratta alla piazza reggiana a cui probabilmente era destinata. Ignoti spacciatori quelli che i carabinieri stanno cercando di identificare in quanto la pazienta attesa degli operanti protrattasi per alcuni giorni non ha permesso di intercettare coloro o colui che si occupava in prima persona dell’ingente partita di droga comunque sottratta al mercato.
  • Il 23 novembre 2020 i Carabinieri della Stazione di Poviglio hanno localizzato è sottoposto a localizzato un cascinale adibito a vera e propria fabbrica di marijuana suddivisa in reparti produttivi (coltivazione, irradiazione ed essiccazione) al cui interno i militari hanno rinvenuto oltre 500 piante e un avveniristico impianto di areazione, irradiamento e irrigazione grazie al quale i gli ignoti imprenditori, erano riusciti a riprodurre la corretta adattabilità per l’habitat di produzione dello stupefacente. L’impianto irradiamento, areazione e irrigazione funzionava grazie alla fornitura di energia elettrica ottenuta attraverso un allaccio abusivo che da un palo dell’illuminazione pubblica giungeva ad un contatore posto a ridosso dello stabile adibito a fabbrica di marjuana. L’intero cascinale, dopo essere stato “svuotato” dell’ingente quantitativo di stupefacenti e dell’avveniristico impianto installato per la produzione di marjuana, è stato sottoposto a sequestro.
  • Il 15 dicembre 2020 i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Guastalla hanno portato a termine l’operazione Ariete” così stata appositamente denominata in quanto le scorribande furtive, che interessavano la regione dell’Emilia Romagna, avvenivano con una metodica standard: i malviventi utilizzando autovetture come arieti, tombini in ghisa o mazze infrangevano le vetrate dei negozi arraffando in pochi minuti refurtiva per svariate migliaia di euro. Una complessa ed articolata attività investigativa avviata sin dal mese di luglio del 2019 nei confronti di un sodalizio criminale che aveva tracciato una vera e propria mappa di paura nei confronti di numerosi commercianti che da mesi subivano ingenti danni patrimoniali per i furti subiti. Le risultanze investigative dei carabinieri condivise dalla Procura reggiana hanno visto quest’ultima richiedere ed ottenere dal GIP del tribunale di Reggio Emilia l’applicazione di una misura cautelare nei confronti di 16 dei 18 indagati (4 in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 6 obblighi di dimora nel comune di residenza e 2 obblighi di presentazione quotidiana alla P.G.). Reggio Emilia, Parma e Modena le province emiliane oggetto dalle incursioni degli appartenenti al sodalizio criminale con base operativa e logistica tra le provincie di Reggio Emilia e Modena che spaziavano in lungo e largo nelle province emiliane colpendo tabaccherie, bar, supermercati, negozi di abbigliamento che raggiungevano con autovetture fittiziamente intestati utilizzate alcune delle quali utilizzate come dei veri e propri arieti per sfondare le vetrate dell’attività commerciali depredate. Per i 18 indagati l’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata a realizzare una pluralità di delitti di furto ai danni di esercizi commerciali e di altri reati contro il patrimonio, avendo costituito e partecipato a un sodalizio criminale di cui costituivano dotazione organica vetture usate come ariete o come auto staffetta per l’esecuzione die singoli furti, strumenti da scasso (esempio grosso flessibile da cantiere e arnesi da sfondamento), schede telefoniche fittizie intestate a soggetti inesistenti.

 

Un anno, quello che si appresta a concludersi, contrassegnato soprattutto dall’emergenza pandemica del Covid-19 che ha visto e sta vedendo anche i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia assicurare quotidiani servizi finalizzati ad assicurare il rispetto delle norme emanate per il contenimento dei contagi.

 

Un 2020 che ha continuato a registrare l’ignobile e vile condotta di taluni malviventi dediti alle truffe agli anziani. Al riguardo, grazie all’incessante campagna informativa di sensibilizzazione portata avanti anche nel 2020 dai Carabinieri di tutta la provincia di Reggio Emilia (sensibilizzazioni durante le messe, incontri promossi dai Carabinieri con gli anziani dei vari paesi, spot televisivi ed articoli stampa, ecc…) ed ai reiterati inviti a diffidare degli estranei, chiamando immediatamente il 112, possono essere considerati molto soddisfacenti i risultati ottenuti (una quarantina quelle sventate). Nel senso, è stata determinante anche l’iniziativa adottata dal Comando Provinciale dei Carabinieri che in occasione delle omelie domenicali ha disposto che tutti i Comandanti delle Stazioni Carabinieri della Provincia, diramassero messaggi di allerta a tutti gli anziani affinché l’informazione preventiva giungesse in tutte le case. Si è in sintesi “costruito” un fronte preventivo – senza precedenti – per cercare di arginare questo spregevole reato, ferme restando le attività investigative che hanno già permesso di acquisire inequivocabili elementi di responsabilità penali, attualmente all’esame dell’A.G. reggiana.

Nel corso del 2020, innumerevoli anche gli inseguimenti operati dai carabinieri reggiani nei confronti di malviventi sorpresi a rubare: ingente la refurtiva recuperata, il cui valore stimato è di oltre 1.000.000 di euro, sottratta alla malavita e restituita ai derubati. Attività preventiva agevolata dai “nuovi strumenti” fortemente voluti dall’Arma, in virtù del principio della sicurezza partecipata, quali il cd. protocollo di vicinato e le telecamere intelligenti dei presidi comunali, veri punto forza del contrasto preventivo alla criminalità predatoria.

Un 2020 significativo e di intenso lavoro, per i carabinieri reggiani, ulteriormente “impreziosito” dal recente accorpamento dei Carabinieri Forestali che, oltre a garantire maggiore capillarità sul territorio, hanno aumentato le competenze e le specificità nella tutela dell’ambiente, del territorio e delle acque, nonché nella sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare. Un esempio per tutti sicuramente è stata l’indagine avviata a seguito delle rotture delle difese idrauliche del torrente Enza avvenute nella notte del 12/12/2017, con inondazione dell’area antropizzata di Lentigione e dei relativi ingenti danni alle strutture pubbliche e private ivi presenti. Le complesse attività investigative sono state portate a termine dai militari del NIPAAF dei Carabinieri Forestali di Reggio Emilia con l’ausilio di due ingegneri idraulici nominati dalla Procura grazie ai quali è stato possibile classificare l’evento meteorologico come non eccezionale, escludere fin da subito un difetto strutturale della difesa idraulica della sponda reggiana nonché accertare un deficit della sommità arginale nel tratto collassato. Una attenta analisi, che ha visto impiegato anche il Reparto volo dell’Arma, è stata riservata alla verifica sulle due casse di espansione di Montecchio Emilia/Montechiarugolo, che hanno manifestato un non efficace funzionamento idraulico. Il cattivo funzionamento delle casse di espansione e il deficit della quota di un lungo tratto arginale sono state considerate le cause principali del collasso della difesa idraulica a monte dell’area antropizzata di Lentigione, il tutto aggravato dalla mancata comunicazione delle criticità meteorologiche ed idrauliche contenute nei diversi bollettini emanati in tal senso dalla competente Agenzia Regionale. A tre persone – dirigenti Aipo al tempo dell’esondazione – è stato contestato il reato di inondazione colposa.

Significativo anche l’impegno dei Carabinieri Forestali reggiani sul fronte delle indagini finalizzate a contrastare le condotte illecite concernenti i rifiuti. Una per tutte l’attività condotta dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Reggio Emilia che presso la sede di una nota azienda avicola sita tra la bassa reggiana e la Val d’Enza coglievano in flagranza di reato, due persone intenti a realizzare lo smaltimento di un’ingente quantità di rifiuti tramite la pratica illecita del sotterramento. Oltre alla buca, nella quale erano depositati circa 10 metri cubi di rifiuti in attesa di essere sotterrati, era ben visibile una striscia terra di circa 70 metri di lunghezza e 5 metri di larghezza recentemente movimentata. L’area ispezionata con scavi eseguiti a campione ha fatto emergere la stessa tipologia di rifiuti potenzialmente pericolosi, già sotterrati sotto una coltre terrosa. Al termine delle operazioni, nel complesso avicolo con circa 70.000 capi di tacchini ed una superficie zootecnica di circa 10 ettari, i Carabinieri Forestali hanno quindi provveduto a sequestrare: due veicoli meccanici utilizzati per interrare illecitamente i rifiuti; due aree interessate allo smaltimento illecito di rifiuti mediante sotterramento (rilevata in circa 2200 metri quadri); una struttura utilizzata per lo stoccaggio abusivo provvisorio dei rifiuti seppelliti (stimata in circa 500 metri quadri); l’area interessata al deposito incontrollato di rifiuti a cielo aperto, a diretto contatto con i terreni (rilevata in circa 200 metri quadri). I due e il proprietario dell’area sono stati denunciati alla Procura reggiana per i reati di deposito incontrollato e smaltimento di rifiuti speciali potenzialmente pericolosi mediante sotterramento in area agricola zootecnica.

Il 2020 ha visto anche il rinnovo al vertice del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia con l’assunzione del comando da parte del Maggiore Maurizio Pallante e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Reggio Emilia da parte del Capitano Walter Crescentini.