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Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Reggio Emilia, al termine di accertamenti
finalizzati alla prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio, hanno
segnalato alla Procura della Repubblica presso il locale Tribunale un agente di money
transfer ritenuto responsabile di aver reiteratamente violato gli obblighi antiriciclaggio di
verifica e identificazione dei propri connazionali, nel trasferimento delle rimesse di denaro
nel Paese d’origine.

In particolare, i Finanzieri della Tenenza di Correggio hanno svolto peculiari investigazioni
nei confronti del titolare di una ditta individuale, di origine pakistana, che, accanto
all’ordinaria attività di vendita di generi alimentari, conduce un’agenzia di money transfer,
che consente di veicolare all’estero disponibilità finanziarie mediante un circuito alternativo
a quello bancario.

Nella prima fase delle indagini sono state monitorate 20 anomale operazioni di
trasferimento di denaro in Pakistan, con l’indicazione della medesima persona
beneficiaria, per un ammontare complessivo di quasi 20 mila euro in un bimestre.
Ad insospettire i Finanzieri è stato il valore di ciascuna delle 20 transazioni, pari ad euro
999,00, apparentemente disposte da dodici differenti clienti della predetta agenzia di
money transfer.

In realtà, è stato portato alla luce un vero e proprio sistema di frode messo in atto tramite
tecniche di “frazionamento” del denaro contante destinato all’estero, che prevedeva
l’attribuzione simulata delle somme da trasferire al di fuori dei confini nazionali a soggetti
diversi da quelli reali, mediante l’illecita utilizzazione dei dati anagrafici di altri clienti,
talvolta compiacenti ed in altri casi del tutto ignari delle operazioni finanziarie agli stessi
intestate, quali formali mittenti delle rimesse di denaro in questione.

L’esigenza di ricorrere a trasferimenti di valore pari a 999,00 euro è strettamente connessa
alla volontà di aggirare il limite all’uso del contante fissato, per il servizio di rimessa di
denaro, attraverso la previsione di una soglia massima di 1.000 euro, ai sensi dell’articolo
49, comma 2, della disciplina antiriciclaggio.

La normativa in commento si preoccupa di vietare il trasferimento anche quando è
effettuato in momenti diversi e in un circoscritto periodo di tempo fissato in sette giorni, con più transazioni, inferiori alla soglia in esame, che appaiano artificiosamente frazionate.

Nel prosieguo degli accertamenti, è stato possibile far emergere ulteriori trasferimenti
illeciti di denaro verso i medesimi beneficiari in Pakistan, per complessivi 16 mila euro,
perfezionati mediante il sistematico aggiramento della citata soglia antiriciclaggio, a favore
dei propri connazionali, attribuendo fittiziamente la titolarità dell’operazione a terzi ignari,
familiari, amici e/o conoscenti.

Pertanto, il rappresentante dell’agenzia di money transfer, avendo utilizzato informazioni e
dati falsi relativi al cliente/esecutore dell’operazione, è stato deferito all’Autorità Giudiziaria
per la violazione di cui all’art. 55, comma 1, D.Lgs. 231/2007, che prevede la reclusione
sino a tre anni, oltre alla multa sino a 30 mila euro.