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La forte campagna di sensibilizzazione portata avanti da tempo dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, con continui inviti a diffidare dagli estranei e chiamare il 112, sta portando importanti risultati sul piano preventivo. Nonostante oramai siano numerosi i casi sventati grazie alla forte sensibilizzazione esercitata in tutta la provincia dai carabinieri reggiani, continuano ad imperversare le truffe portate avanti questa volta da falsi carabinieri che attraverso pretestuose telefonate, effettuate esclusivamente a persone anziane, in maniera convincente chiedono soldi e preziosi per pagare la cauzione a seguito del fermo di figli e/o nipoti delle vittime arrestati perché responsabili di inesistenti incidenti stradali.

Due i colpi sventati l’altro pomeriggio dalle potenziali vittime che hanno chiamato i carabinieri veri della stazione di Novellara che, di concerto con la squadra antitruffa appositamente istituita in seno al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia, hanno avviato le indagini per risalire ai truffatori. Nel mirino 2 anziani, un uomo di 80 anni e una donna di 73 anni, entrambi abitanti a Novellara che non sono caduti nel raggiro grazie al fatto che i due, come consigliato da mesi dai Carabinieri, hanno chiamato il 112 evitando di consegnare nelle mani dei malviventi i loro risparmi e i preziosi posseduti.

Un fenomeno delittuoso quello delle truffe ai danni di anziani che pare non vuole arrestarsi nonostante gli impegni in campo preventivo che da tempo sta vedendo i Carabinieri reggiani portare avanti in maniera insistente una mirata attività informativa finalizzata alla prevenzione di queste truffe. Di recente proprio il comandante Provinciale Colonnello Cristiano Desideri, ha sottolineato il fenomeno precisando che, fermo restando le indagini in corso per risalire alla banda sicuramente ben strutturata, grazie alla campagna di sensibilizzazione solo l’anno scorso erano state sventate oltre 50 truffe. Per questo motivo i carabinieri reggiani, fermo restando le risultanze investigative su questi sei casi, invitano gli anziani ad alzare il livello di guardia e continuare a chiamare il 112 allorquando ricevono analoghe richieste da parte di falsi appartenenti all’Arma o di altri enti pubblici.