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In un bosco ricavato in una zona impervia della collina reggiana i carabinieri della stazione di San Polo d’Enza, nel corso dell’attività di controllo del territorio lo scorso mese di agosto avevano scoperto una piantagione di marjuana costituita da una ottantina di rigogliose piante amorevolmente curate anche grazie a un avveniristico impianto di irrigazione goccia a goccia.

Nei guai sono finiti i due proprietari della piantagione che i carabinieri della stazione di San Polo d’Enza grazie alla paziente attesa e alla tecnologia costituita dalle foto trappole hanno identificato. In prima battuta è stato identificato un 50enne calabrese e quindi il suo socio, un 30enne corregionale, ora finiti nei guai. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Emilia, nella persona della Dottoressa Maria Rita PANTANI che ha coordinato le indagini, condividendo con le risultanze investigative dei carabinieri sampolesi ha richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia un’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari che questa mattina è stata eseguita dai carabinieri di San Polo d’Enza, in collaborazione con i colleghi del NORM di Castelnovo ne’ Monti e con quelli della Stazione Carabinieri di Platì (RC) che hanno arrestato i due calabresi con l’accusa di concorso in detenzione e coltivazione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Accusa a cui si deve aggiungere, per il solo 50enne calabrese, anche quella di furto aggravato per aver, al fine di irrigare la piantagione, sottratto un quantitativo importante (non meno di circa 1800 euro l’anno) di acqua potabile di proprietà di IRETI SPA con l’aggravante della violenza sulle cose avendo tagliato la tubatura. L’attività dei militari ha portato al sequestro dell’intera piantagione costituita da un’ottantina di piante di marjuana per un peso complessivo di circa 50 kg, che sottoposte ad accertamenti presso il RIS di Parma risultavano essere di natura stupefacente e avere un principio attivo di THC pari a circa 8.000 dosi medie, nonostante le piante fossero state sequestrate ben prima della loro maturazione.

La scoperta della piantagione alla fine del mese di agosto quando i carabinieri di San Polo d’Enza, nel corso di un servizio di controllo del territorio, individuavano in località Casa Rotta, in una zona impervia della collina sampolese e peraltro di proprietà di un terzo soggetto completamente estraneo ai fatti che avrebbe potuto incorrere inconsapevolmente a guai giudiziari, una piantagione composta da 76 piante di marijuana, occultate nel fitto del bosco ove erano state sapientemente ricavate delle radure. Per oltre un mese i carabinieri davano corso a mirati servizi di appostamento e osservazione della piantagione, anche servendosi di foto-trappole. Tale attività portava a individuare due soggetti che, in più occasioni, erano stati immortalati nell’atto di coltivare la piantagione peraltro ben organizzata e finanche dotata di impianto di irrigazione goccia a goccia. Alla fine del mese di settembre non dopo oltre un mese di servizi i carabinieri procedevano al sequestro delle piante di marjuana risultate avere un peso complessivo di circa 50 kg ed all’individuazione di una seconda radura -ove erano presenti altre 61 buche che evidentemente avevano ospitato altrettante piante di marijuana- scoperta procedendo al dissotterramento dell’intero impianto di irrigazione lungo oltre 600 mt e interrato a decine di cm al di sotto del terreno, e che asserviva anche detta località, ed anche grazie all’uso di droni utilizzati per effettuare dei rilievi aerei dell’impervia zona boschiva.

Le piante sottoposte ad accertamenti presso il RIS di Parma confermavano di essere di natura stupefacente e di avere un principio attivo di THC pari a circa 8.000 dosi medie. In prima battuta i carabinieri della stazione di San Polo d’Enza con il supporto dei colleghi del nucleo operativo della compagnia di Castelnovo Monti, sulla scorta di risultanze d’indagine, indirizzavano le attenzioni investigative nei confronti di un calabrese 50enne residente a Reggio Emilia. I sospetti circa la corretta individuazione del contadino sono stati definitivamente confortati dalle indagini tecniche fatte dalla sezione fotografica del RIS di Pama che attraverso indagini comparative ha riconosciuto in maniera univoca l’indagato nelle foto del soggetto immortalato all’interno della piantagione dalle foto trappole. Le successive risultanze investigative sulla cerchia delle frequentazioni e parentele del 50enne portava a indirizzare le attenzioni investigative nei confronti di un 30enne corregionale e parente del 50enne risultato essere in maniera incontrovertibile il secondo soggetto immortalato dalle foto-trappole così come anche confermato dalle indagini tecniche del RIS di Parma. Ulteriori elementi circa la responsabilità dei due sono quindi giunti dalle attività tecniche di natura intercettiva eseguite dai carabinieri di San Polo d’Enza e Castelnovo Monti. La Procura reggiana  concordando con le risultanze investigative dei carabinieri ha quindi richiesto e ottenuto l’odierno provvedimento restrittivo di natura cautelare che oggi è stato eseguito dai carabinieri di San Polo d’Enza che hanno arrestato i due calabresi ristretti al termine delle formalità di rito in regime di arresti domiciliari a dispesone della competente magistratura.