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La mattina del 14 novembre 2020 Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi, si è recata nel cimitero di Campegine (Reggio Emilia), presso la tomba monumentale della famiglia Cervi. Qui ha portato delle rose rosse in ricordo di Genoeffa Cocconi, madre dei Sette Fratelli, scomparsa 76 anni fa, il 14 novembre 1944.

A Genoeffa Casa Cervi ha dedicato “Nel nome della madre. In ricordo di Genoeffa”, una lunga maratona digitale di tre giorni, che la ricorda con diversi contributi digitali e multimediali, creati per l’occasione e pubblicati sul sito e sui canali social ufficiali dell’Istituto: letture, live drawing, interventi di studiosi e altro ancora, per conoscere meglio la figura di Genoeffa. L’evento digitale, coordinato da Paola Varesi, è stato realizzato da un team di giovani professionisti dello staff dell’Istituto: Michele Alinovi, Eleonora Taglia, Roberto Bertozzi e Melissa Spadacini.

Tra i tanti contenuti, l’emozionante video con il grande fumettista Ro Marcenaro, che ha deciso di dedicare il suo ultimo disegno a Genoeffa Cocconi, pochi giorni prima della sua scomparsa. Il video, intitolato “Soltanto una madre?”, è accompagnato dalla voce di Laura Artioli, che ci aiuta a conoscere meglio la figura di Genoeffa, vista troppo spesso come una madre ‘afflitta e sofferente’: mamma Cervi ha avuto invece un ruolo attivo e forte nella storia dei Cervi e ha sempre sostenuto la famiglia fino alla fine.

Geoneffa, che amava leggere la sera nella stalla dopo le fatiche del giorno, aveva voluto che anche i figli imparassero ad amare la lettura – un fatto di certo non scontato fra le famiglie contadine dell’epoca. È questo il tema del video “Le fole di mamma Genoeffa”, realizzato da Michele Alinovi, con i disegni di Caterina De Nisco. Si tratta del primo di “Sette per tutti”, una serie di filmati didattici sulla famiglia Cervi pensati per i più piccoli, ideata da Gabriella Gotti e da Eleonora Taglia.

Fra i tanti video, disponibili sul sito ufficiale dell’Istituto, le letture di brani selezionati su Genoeffa: il ricordo dell’amatissimo Papà Cervi, ma anche di Lucia Sarzi e di Maria Cervi; infine, la lettura di “A ricordo della madre”, poesia-epigrafe che Piero Calamandrei ha dedicato a mamma Genoeffa.

Presente anche la web radio ufficiale di Casa Cervi Il Raccolto • La Radio che Semina, a cura di Mirco Zanoni e Paolo Papotti, che dedica una intera puntata alla figura della Madre, archetipo universale e meraviglioso, ma anche alle madri che hanno fatto la storia dell’umanità.

Non mancano, infine, contenuti già prodotti, come il video della mostra d’arte Nella storia ha il suo posto, dedicata a Genoeffa Cocconi, organizzata al Museo Cervi esattamente un anno fa. Inaugura l’evento online Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi.

Genoeffa è una figura straordinaria di madre, esempio di una Resistenza portata avanti quasi in punta di piedi, fra le mura di Casa Cervi, nell’educazione ai figli e alle figlie attraverso le letture, e poi nella condivisione della prospettiva di libertà accompagnando la scelta di campo dei figli.

Scomparsa nemmeno un anno dopo la fucilazione dei figli maschi, di lei ci sono pervenute pochissime documentazioni, che sono state elaborate nel tempo, dagli storici e dagli artisti. Non di rado ne è uscita una figura immobile, suggestione forse della fotografia in cui è ritratta insieme a tutta la famiglia, che la rende poi nell’immaginario successivo dignitosa e quasi ieratica nella sopportazione di un dolore senz’altro disumano; un’immagine che la proietta quasi in una dimensione fuori dalla storia.

Eppure, se leggiamo fra le pieghe di quei materiali, possiamo intravedere una Genoeffa diversa dalla percezione diffusa, consapevole del tempo che si stava vivendo e della tragedia che si stava annunciando, della necessità di operare una scelta; una Genoeffa a suo modo attiva e forte nel sostenere le scelte dei figli, anche solo per il sostegno materiale alla trasferta della banda Cervi in montagna, dopo l’8 settembre 1943. Una madre non piegata dal destino, ma dentro il suo tempo.

Genoeffa dimostra anche che la Resistenza ha avuto diverse forme di partecipazione, e che tutte hanno contribuito pur nella diversità a raggiungere un unico scopo. Genoeffa è un simbolo, un archetipo delle madri che devono sopportare la sottrazione dei figli, ma è anche saldamente e ‘umanamente’ dentro al suo tempo, consapevole del rischio che si corre quando ci si espone per la libertà, per la libertà di tutti.

Ripercorrendo immagini realizzate e parole scritte su di lei, abbiamo voluto fare emergere il suo racconto, e la sua voce, sulla vicenda che la vede protagonista insieme a tutta la sua famiglia – e dire che questo racconto è saldamente nella storia.