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“Per frenare il preoccupante dilagare dell’epidemia di Covid-19 sono necessari maggiori controlli nelle zone a maggiore rischio assembramento”. È l’appello contenuto in una lettera aperta che Cia – insieme alle associazioni dei pensionati di ‘Anp’, dei giovani ‘Agia’ e delle donne di ‘Donne in campo’ – ha inviato in queste ore a tutti i sindaci reggiani per cercare di contrastare la seconda ondata del virus che sta duramente colpendo il nostro territorio.

“Le persone più deboli e fragili sono particolarmente a rischio – sottolinea il documento – e con l’aggravarsi della situazione sanitaria aumenta il numero di coloro che ritardano la cura di patologie più o meno gravi, rinunciano e rimandano le visite di prevenzione, anche a causa dell’allungamento delle liste di attesa. Una drammatica realtà che abbiamo già vissuto in primavera e che rischia di ripetersi ora, con ulteriori pesanti conseguenze anche in termini di vite umane”.

Le associazioni lanciano dunque un accorato appello alla cittadinanza perché osservi rigorosamente “le regole basilari del momento: utilizzo dei dispositivi di protezione, rispetto del distanziamento sociale, lavaggio frequentemente delle mani, ma anche l’evitare di assembrarsi in luoghi chiusi e aperti. È fondamentale avere il senso di responsabilità per la tutta la collettività”.

“Purtroppo constatiamo che non sono sufficienti gli inviti al senso civico – denunciano -: occorre allora intensificare i controlli da parte delle autorità competenti, anche applicando con rigore i provvedimenti previsti dalla legge, affinché possa essere garantita la tutela generale dei cittadini”. Chiedono alle istituzioni “particolare attenzione per aree che riteniamo maggiormente sensibili, dove vi è una maggiore predisposizione all’affollamento: aree esterne dei luoghi di aggregazione, centri commerciali, parchi pubblici e centri sociali, nonché all’interno dei trasporti pubblici”.

Auspicano che “attraverso una maggiore vigilanza sarà possibile uscire da questa pandemia al più presto, così da evitare il sovraffollamento delle strutture sanitarie, salvare vite e salvaguardare le aziende del nostro territorio. Siamo certi che raccoglierà il nostro appello”.

In conclusione, le associazioni sollecitano “ogni sforzo per mantenere, anche di fronte a questa pandemia, la difesa della Legge 833/78 per una sanità gratuita e universalistica”.