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“Dice il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che gli anziani in pensione “non sono indispensabili allo sforzo produttivo” e quindi limitarne gli spostamenti non comporterebbe particolari conseguenze. L’idea di un lockdown imposto su base anagrafica, secondo alcuni dagli over 60 in su, torna periodicamente all’attenzione”.

“Una scelta generalizzata in questo senso, assunta senza alcun riguardo alle effettive condizioni delle persone, presenta molti dubbi di costituzionalità e costituirebbe una ulteriore dimostrazione di una politica non in grado di misurarsi con la realtà demografica del Paese e che si illude di poterla risolvere per scorciatoie. Cosa si è fatto per mettere in sicurezza le strutture per anziani dopo che l’epidemia ne ha evidenziato la fragilità? Cosa si è fatto in Liguria, regione più vecchia d’Italia, e nelle altre regioni?

C’è un ulteriore punto da sottolineare: se si bloccano gli anziani, si blocca un pezzo fondamentale di Paese, quello che si regge sul welfare familiare e sul volontariato sostenuto per intero da donne e uomini anziani e ancora, quante donne sono in condizioni di lavorare perché “ci pensano le nonne?” (almeno 1 milione, secondo le nostre stime) e possono così contribuire allo “sforzo produttivo?” Prenderemo atto delle decisioni del Governo, ma non rinunceremo a rappresentare e difendere le ragioni e la dignità delle persone anziane in ogni modo possibile”.

(Bruno Pizzica, segretario generale Spi-Cgil Emilia-Romagna)