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L’Università di Modena e Reggio Emilia nel rinnovare la sua vicinanza a Patrick Zaki, lo studente 29enne dell’Università di Bologna arrestato lo scorso 7 febbraio all’aeroporto del Cairo, esprime grande apprensione per il rinnovo della carcerazione preventiva di 45 giorni nei suoi confronti.

Nel mese di febbraio Unimore ha partecipato con una rappresentanza ufficiale dell’Ateneo alle manifestazioni che si sono tenute a Reggio Emilia e a Modena, esprimendo vicinanza a Patrick Zaki, alla famiglia e all’Alma Mater, iniziative promosse rispettivamente dalla sezione di Reggio Emilia di Amnesty International e dall’associazione studentesca Unione Universitaria-Udu insieme ad altre organizzazioni cittadine.

“A Modena  – commenta la Prof.ssa Tindara Addabbo, Delegata del Rettore per le Pari Opportunità  – abbiamo manifestato con gli studenti e le studentesse di Unimore e con la città di Modena in un luogo simbolo: Il Sacrario della Ghirlandina, un memoriale dedicato a martiri della Resistenza italiana, esprimendo la nostra solidarietà a Patrick Zaki assieme al forte desiderio di riabbracciarlo presto. È stata l’ultima manifestazione pubblica alla quale ho partecipato prima del lockdown e ricordo la commozione mentre leggevo la mozione di Alma Mater successivamente approvata anche dal nostro Ateneo. Ora, a distanza di mesi, purtroppo devo constatare che ancora Patrick è incarcerato e che la sua carcerazione preventiva è stata recentemente rinnovata per un periodo lunghissimo. Confermiamo quindi la nostra solidarietà e auspichiamo che Zaki possa presto tornare a seguire il suo percorso di studi presso Alma Mater così tragicamente interrotto”.

“A Reggio Emilia – aggiunge il Prof. Giovanni Verzellesi, Prorettore per la sede di Reggio Emilia – abbiamo risposto immediatamente all’appello di Amnesty International di solidarietà allo studente Patrick Zaki aderendo alla manifestazione che si è tenuta davanti al Comune. Oggi, a diversi mesi di distanza, dobbiamo constatare purtroppo la proroga della sua detenzione. Condividiamo le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dal Rettore dell’Università di Bologna e l’invito rivolto a tutte le Università del mondo a far sentire la propria voce per il rispetto dei diritti umani e per la liberazione di Patrick Zaki dallo stato di detenzione. Vogliamo che lo studente di Bologna possa tornare al più presto alla sua attività di studio e ricerca”.

Il testo della mozione approvato dall’Università di Bologna e condiviso dagli organi di Unimore, già nei giorni immediatamente successivi al deplorevole avvenimento, riporta quanto segue:

“Come membri della comunità scientifica e accademica dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna siamo fortemente colpiti e turbati dalle notizie circa l’arresto nei giorni scorsi di un membro della nostra comunità universitaria, lo studente della laurea magistrale Erasmus Mundus “Gemma” in Women’s and Gender Studies. Chiediamo con forza che i rappresentanti del nostro Governo e dell’Unione Europea, che si sono peraltro già tempestivamente attivati, seguano con attenzione la vicenda affinché i diritti fondamentali di Patrick Zaki non siano in alcun modo violati. Forti dei valori che contraddistinguono a tutti i livelli la nostra comunità accademica, quali la libertà di pensiero, l’importanza del pensiero critico, la responsabilità e l’impegno sociale, ribadiamo l’importanza di difendere, in ogni sede, e con ogni strumento, i diritti umani e più in particolare il diritto alla libertà individuale, i diritti politici e la tutela della libertà d’espressione. Assicuriamo tutto il nostro impegno affinché Patrick Zaki possa tornare al più presto a frequentare le nostre aule universitarie. Fino ad allora, consideriamo nostro compito fare tutto il possibile perché il Governo italiano e l’Unione europea non smettano di prodigarsi in ogni modo per favorire il rientro di Patrick nella nostra comunità”.